Sposarsi in Svizzera: vantaggi e svantaggi economici

01.10.2025

Prima di pronunciare il fatidico «Sì, lo voglio», è opportuno che chi desidera sposarsi sappia come influisce questa scelta sulle proprie finanze e coperture assicurative. In questo articolo vi illustriamo i vantaggi e gli svantaggi economici del matrimonio in Svizzera, così che le coppie possano prepararsi al loro futuro insieme anche da questo, per quanto poco romantico, punto di vista.

In breve

  • Dal punto di vista finanziario, il matrimonio può offrire vantaggi, se pensiamo ad esempio alla copertura in caso di decesso, ma può presentare anche svantaggi, ad esempio sul fronte delle rendite AVS e delle imposte.
  • Per evitare brutte sorprese, vale la pena esaminare attentamente questi aspetti.
  • Costituire una previdenza privata nel pilastro 3a conviene in ogni caso, indipendentemente dallo stato civile.

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Nel 2024 sono convolate a nozze in Svizzera 36’800 coppie. Secondo il portale di notizie Watson, nel nostro Paese le date preferite per compiere il grande passo sono quelle contenenti cifre ripetute e tra i mesi più gettonati figurano maggio e agosto. Ma quando si parla di matrimonio, ci sono numeri e fatti ben più importanti da considerare, ovvero quelli che riguardano le ripercussioni del «Sì, lo voglio» sulle finanze della coppia. Come influisce la decisione di sposarsi in Svizzera sulle imposte e cos’altro cambia in termini economici e di coperture? In questo articolo vi illustriamo i vantaggi economici del matrimonio e le possibili conseguenze negative sulle finanze.

Matrimonio e imposte in Svizzera: cosa cambia a livello fiscale?

Per quanto riguarda le imposte federali dirette, in Svizzera esiste ancora la «penalizzazione del matrimonio», che secondo il Tribunale federale sussiste quando l’onere fiscale per le coppie sposate supera di almeno il 10% quello a cui sono soggette le coppie conviventi (regime di concubinato) con un reddito equivalente. 

A questo proposito la RSI rivela che mentre i Cantoni hanno già provveduto perlopiù a compensare questa disparità finanziaria con misure di sgravio per le coppie sposate, per l’imposta federale diretta le riforme sono ancora in fase di discussione. Si prevede che in futuro tutte le persone soggette all’obbligo fiscale saranno tassate individualmente, a prescindere dallo stato civile. Resta ancora da vedere se contro l’imposizione  individuale approvata dal Parlamento federale sarà indetto un referendum e la popolazione avrà quindi l’ultima parola.

La causa della penalizzazione del matrimonio è da ricercarsi nella tassazione congiunta delle coppie sposate. In altre parole, i coniugi compilano insieme la dichiarazione d’imposta indicando entrambi i redditi, che vengono sommati ai fini del calcolo dell’imposizione fiscale. Quindi, logicamente, la coppia si colloca a un livello superiore della tabella di progressione rispetto a una dichiarazione individuale. Per le imposte sul reddito si applica infatti il principio secondo il quale sui redditi più alti si applicano aliquote maggiori e quindi si pagano più imposte, sia in termini assoluti sia relativi.

Gli svantaggi fiscali del matrimonio

Oltre alla «penalizzazione del matrimonio» esiste però anche un cosiddetto «bonus coniugale». In alcune circostanze le persone sposate risparmiano sulle tasse poiché fondamentalmente sono soggette a un’aliquota minore rispetto a quelle sole: quando ad esempio uno dei due coniugi contribuisce in misura significativamente maggiore al reddito familiare rispetto al marito o alla moglie, la dichiarazione congiunta dei redditi comporta un’imposizione inferiore rispetto a una tassazione separata dei singoli coniugi.

I vantaggi fiscali del matrimonio

Oltre alla «penalizzazione del matrimonio» esiste però anche un cosiddetto «bonus coniugale». In alcune circostanze le persone sposate risparmiano sulle tasse poiché fondamentalmente sono soggette a un’aliquota minore rispetto a quelle sole: quando ad esempio uno dei due coniugi contribuisce in misura significativamente maggiore al reddito familiare rispetto al marito o alla moglie, la dichiarazione congiunta dei redditi comporta un’imposizione inferiore rispetto a una tassazione separata dei singoli coniugi.

Matrimonio e AVS: che regole vigono per i contributi AVS e le rendite AVS?

Tra le coppie sposate e quelle che convivono vi sono discrepanze anche riguardo ai versamenti dei contributi AVS e alle rendite AVS. La differenza maggiore emerge solo dopo il pensionamento.

I vantaggi del matrimonio dal punto di vista dell’AVS

Le persone sposate che non svolgono un’attività lavorativa non sono tenute a pagare i contributi AVS/AI/IPG se la coniuge o il coniuge esercita un’attività lucrativa e versa ogni anno almeno il doppio del contributo minimo all’AVS.

Gli svantaggi del matrimonio per l’AVS

  • Per quanto riguarda l’AVS, le persone sposate si trovano di fronte a una sorta di penalizzazione del matrimonio quando raggiungono l’età pensionabile: mentre le coppie non sposate possono percepire integralmente la rendita (200%), l’importo versato ai coniugi pensionati non può superare il 150% della rendita massima.
  • A rimetterci in termini economici sono soprattutto le coppie di coniugi benestanti con un reddito simile, ovvero quelle in cui entrambe le persone percepiscono un reddito annuo compreso tra i 75’000 e i 125’000 franchi.

Evitare le lacune contributive

In ogni caso, bisognerebbe sempre assicurarsi di colmare le lacune contributive AVS, ad esempio se la persona che percepisce il reddito principale raggiunge l’età pensionabile prima della coniuge o del coniuge che non esercita alcuna attività lucrativa.

Matrimonio e decesso: come sono tutelate le persone sposate riguardo ad AVS e cassa pensioni?

AVS

In caso di decesso di uno dei due coniugi, le coppie sposate sono tutelate meglio di quelle conviventi. La persona rimasta vedova riceve le prestazioni per i superstiti del 1º  pilastro (AVS). 

Al riguardo valgono le seguenti condizioni:

le donne hanno diritto a una rendita vedovile se al momento del decesso del marito hanno uno o più figli oppure hanno compiuto il 45º anno di età e il matrimonio è durato almeno cinque anni. Gli uomini percepiscono una rendita vedovile se al momento del decesso della moglie hanno uno o più figli. In caso di decesso di uno dei due coniugi, le coppie sposate sono tutelate meglio di quelle conviventi. La persona rimasta vedova riceve le prestazioni per i superstiti del 1º  pilastro (AVS). 

Quali regole valgono per i matrimoni omosessuali?

In caso di matrimonio tra due donne, la coniuge superstite ha diritto a una rendita vedovile, purché soddisfi i diritti esposti in precedenza. Nel caso di coppie omosessuali di sesso maschile, il coniuge superstite riceve una rendita vedovile, a condizione che soddisfi i requisiti menzionati.

Coppie di conviventi: nell’ambito del 1º pilastro, la o il partner superstite non percepisce alcuna rendita vedovile.

Cassa pensioni

Dal 2º pilastro (cassa pensioni), le persone vedove sposate ricevono una rendita vedovile, a condizione che al momento del decesso la o il coniuge superstite debba provvedere al mantenimento di almeno un figlio, oppure abbia più di 45 anni e il matrimonio sia durato almeno cinque anni; in caso contrario, ricevono almeno un’indennità una tantum.

Le coppie che vivono in regime di concubinato, invece, non hanno diritto alle prestazioni del 1º pilastro e non possono designarsi a vicenda come beneficiari nemmeno con un testamento. La possibilità di percepire prestazioni dalla cassa pensioni dipende dalla cassa stessa. Di norma devono essere soddisfatti determinati requisiti e i conviventi devono presentare alla cassa pensioni una dichiarazione beneficiaria mentre sono ancora in vita.

Matrimonio e pilastro 3a: come si comporta il patrimonio previdenziale della previdenza privata?

Sì, come beneficiari figurano al primo posto i coniugi e i partner registrati. Al secondo posto figura (insieme ai discendenti) la persona che ha convissuto ininterrottamente con la persona deceduta durante i cinque anni precedenti il decesso o che deve provvedere al sostentamento di uno o più figli comuni.

Per questo motivo, per legge la persona convivente è svantaggiata perché deve condividere i beni con i discendenti. Tuttavia, le coppie di conviventi possono designarsi come beneficiari. Effettuare versamenti nel 3º pilastro conviene sempre, indipendentemente dallo stato civile. In questo modo, infatti, si risparmia grazie alle agevolazioni fiscali e ci si può godere una vecchiaia più serena insieme. 

Matrimonio ed eredità: i coniugi della persona defunta sono soggetti all’imposta di successione?

In Svizzera, i coniugi sono perlopiù avvantaggiati anche per quanto riguarda l’imposta di successione: a seconda delle disposizioni cantonali, le imposte di successione e donazione hanno subito, infatti, un netto calo per le coppie sposate o sono state addirittura eliminate. Di norma, i coniugi della persona defunta sono esentati dall’imposta di successione, contributo che le coppie non sposate sono tenute, invece, a corrispondere.

Matrimonio e debiti: cosa succede se uno dei due coniugi si indebita?

I coniuge rispondono da soli dei propri debiti personali, esclusivamente con il proprio patrimonio: se una persona sposata sottoscrive un leasing per un’automobile o un contratto di locazione, non sarà possibile far valere il pagamento delle rate del leasing nei confronti della moglie o del marito. Fanno eccezione per legge i debiti relativi ai bisogni correnti della famiglia, come i generi alimentari, le spese familiari o i premi delle casse malati, per i quali le coppie sposate rispondono solidalmente.

Come gestire le finanze dopo il matrimonio: qual è la formula giusta per voi?

Conto in comune, conti separati o tre conti? Scoprite qual è la formula più adatta alle vostre esigenze.

  • Due conti separati: desiderate tenere separate le vostre finanze e preservare il più possibile la vostra autonomia.
  • Un conto cointestato: non volete solo trascorrere in coppia la vostra vita, ma anche prendere insieme tutte le decisioni economiche e gestire di comune accordo le vostre finanze.
  • Tre conti bancari: entrambi mantenete il vostro conto personale e ne aprite un terzo per gestire i costi fissi come l’affitto e le spese comuni.
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