Dopo un secondo trimestre dell’anno caratterizzato da un altro forte aumento delle esportazioni e una crescita significativa, nei mesi scorsi l’economia svizzera ha visto un notevole indebolimento delle dinamiche legate al commercio estero. A settembre il volume delle esportazioni ha subito una perdita di circa il 9% rispetto a quello del 2023. A farsi sentire è stato soprattutto il calo della domanda di orologi svizzeri nei mercati lontani, ad esempio in Cina. Segnali positivi arrivano invece dalla domanda interna, con fatturati del commercio al dettaglio che hanno ripreso a crescere in modo solido e fornitori nazionali che registrano un buon andamento. Avendo registrato un nuovo calo di recente e attestandosi su un livello che normalmente si osserva in periodi di forte debolezza economica, la fiducia dei consumatori resta tuttavia un punto di domanda.
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Economia: l’economia mondiale in balia delle dinamiche politiche
Gli sviluppi politici del mese scorso hanno influenzato notevolmente anche le prospettive economiche. Se negli Stati Uniti le agevolazioni fiscali previste dal presidente Trump per le economie domestiche e le aziende potrebbero far proseguire la forte crescita economica, in Germania lo scioglimento della coalizione e la limitata capacità di agire del governo rischiano di prolungare l’attuale stagnazione economica. A tutt’altre latitudini, in Cina il pacchetto di misure congiunturali annunciato ha generato delusione, senza far sperare in una rapida ripresa.
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Crescita, congiuntura e tendenza
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Al momento l’economia statunitense sembra essere in grado di mantenere il suo alto livello di crescita. Con un +0,7% registrato nel terzo trimestre dell’anno e indicatori congiunturali che all’inizio del quarto stanno confermando un solido sviluppo, l’economia USA ha nuovamente superato la sua tendenza a lungo termine. A colpire è soprattutto il fatto che le economie domestiche statunitensi restino particolarmente propense al consumo, nonostante l’andamento dei redditi abbia subito una notevole frenata nel corso dell’anno. I talloni d’Achille dello sviluppo economico restano tuttavia l’industria e l’edilizia, due settori in cui le aziende continuano ad aspettarsi un forte calo delle attività commerciali. Inoltre, con un tasso d’inflazione di fondo che nel mese di ottobre si è confermato al 3,3%, non è stato ancora compiuto nessun passo avanti nella lotta inflazionistica.
Crescita, congiuntura e tendenza
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Superando leggermente le previsioni, nel terzo trimestre dell’anno le economie della zona euro sono cresciute in media dello 0,4%. Tuttavia a causa della persistente stagnazione in Germania, prima economia europea, non si profila ancora una ripresa stabile del contesto economico generale, tanto più ora che l’attuale crisi di governo tedesca non lascia presagire nessuna accelerazione a favore di un miglioramento congiunturale. Nell’ultimo periodo, a mostrare segnali di lieve miglioramento sono stati però i settori economici orientati alla domanda interna, con un netto aumento dei fatturati del commercio al dettaglio nel mese di settembre e una fiducia dei consumatori che sta tornando gradualmente a crescere. Inoltre, la riduzione del tasso d’interesse guida operata dalla Banca centrale europea (BCE) nel mese di ottobre, già per la terza volta nel 2024, dovrebbe alleggerire ulteriormente il contesto generale e sostenere la domanda complessiva.
Crescita, congiuntura e tendenza
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La Cina, prima economia tra i paesi emergenti e seconda economia al mondo, sembra trovarsi in una fase di stallo. La fiducia di aziende e consumatori continua a oscillare tra i livelli abituali, senza mostrare chiari segnali di ripresa. Anche la produzione industriale è ferma a un livello basso e, con un valore pari allo 0,3%, il tasso d’inflazione si attesta appena al di sopra della linea dello zero. Inoltre, le misure di politica monetaria e fiscale annunciate finora non riusciranno probabilmente ad avviare una crescita su larga scala. Le riduzioni dei tassi d’interesse appaiono troppo limitate e gli interventi di politica fiscale ricordano più una conversione del debito dal livello regionale a quello nazionale che un forte stimolo a favore della domanda. Un aspetto positivo da sottolineare riguarda invece i fatturati del commercio al dettaglio, che nell’ultimo periodo hanno ritrovato una certa stabilità.
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale
Dati congiunturali globali
Indicatori | Svizzera | USA | Zona euro | GB | Giappone | India | Brasile | Cina |
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Indicatori PIL A/A 2024T2 |
Svizzera 1,9% |
USA 3,0% |
Zona euro 0,6% |
GB 0,7% |
Giappone –1,1% |
India 6,7% |
Brasile 3,3% |
Cina 4,7% |
Indicatori PIL A/A 2024T3 |
Svizzera n. d. |
USA 2,7% |
Zona euro 0,9% |
GB 1,0% |
Giappone 0,3% |
India n. d. |
Brasile n. d. |
Cina 4,6% |
Indicatori Clima congiunturale |
Svizzera – |
USA – |
Zona euro = |
GB = |
Giappone + |
India + |
Brasile – |
Cina + |
Indicatori Crescita tendenziale |
Svizzera 1,3% |
USA 1,6% |
Zona euro 0,8% |
GB 1,8% |
Giappone 1,1% |
India 5,2% |
Brasile 1,7% |
Cina 3,8% |
Indicatori Inflazione |
Svizzera 0,6% |
USA 2,6% |
Zona euro 2,0% |
GB 2,3% |
Giappone 2,5% |
India 6,2% |
Brasile 4,8% |
Cina 0,3% |
Indicatori Tassi d’interesse guida |
Svizzera 1,0% |
USA 4,75% |
Zona euro 3,4% |
GB 4,75% |
Giappone 0,25% |
India 6,5% |
Brasile 11,25% |
Cina 3,10% |
Fonte: Bloomberg