Secondo i dati recentemente pubblicati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) nel secondo trimestre di quest’anno l’economia svizzera ha rallentato ulteriormente e ha smesso di crescere. Tra aprile e giugno è stata sostenuta nuovamente dai consumi privati e pubblici robusti, mentre le cifre sugli investimenti sono risultate in forte calo. La titubanza nelle attività d’investimento si deve essenzialmente a una situazione commerciale meno rosea per le imprese svizzere e non si intravede un miglioramento in tempi brevi. Come dimostrano gli indicatori anticipatori, da luglio la situazione congiunturale si è ulteriormente aggravata. Specialmente nel settore industriale, il portafoglio degli ordini e i volumi d’acquisto si attestano ormai su livelli piuttosto bassi. La scarsità della domanda ha a che vedere fondamentalmente con la congiuntura debole nei principali mercati di vendita. Sorprende meno l’umore delle imprese industriali, ancora pessimiste. Difficilmente nei prossimi mesi la crescita economica tornerà a registrare valori positivi.
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Economia: le prospettive congiunturali restano caute
Lo sviluppo economico mondiale sembra ancora esposto a venti contrari. Mentre la congiuntura della zona euro si indebolisce in misura crescente sotto la forte influenza della Germania, prima economia europea, avviandosi gradualmente a una recessione, la ripresa dell’economia in Cina procede ancora a rilento. Con la debolezza congiunturale dei due principali mercati di vendita, anche l’economia svizzera perde ulteriore forza, dopo aver smesso di crescere già nel secondo trimestre di quest’anno. Solo l’economia statunitense rimane robusta per il momento.
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Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale
Fonte: Bloomberg -
L’economia americana continua a dimostrarsi sorprendentemente resiliente. Le recenti stime della Banca centrale di Atlanta presuppongono una crescita superiore al livello di tendenza anche per il periodo del terzo trimestre trascorso fino a questo momento. Tale sviluppo economico continua a essere sostenuto dai consumi elevati della popolazione statunitense, resi possibili dall’andamento stabile dei redditi, a sua volta legato in modo fondamentale all’elevato grado di utilizzo delle capacità nel mercato del lavoro. I consumi riguardano soprattutto il settore dei servizi. Al contrario, le prospettive per il settore industriale americano peggiorano sempre più, con la riduzione della produzione, dello sfruttamento delle capacità e anche degli ordini in arrivo. Pertanto, anche l’economia statunitense rischia di indebolirsi a breve. A essersi già indebolita è invece la dinamica inflazionistica: di recente, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, il tasso complessivo è tornato ad aumentare lievemente. Questo ha fatto calare in misura significativa il tasso d’inflazione di fondo al 4,3%.
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale
Fonte: Bloomberg -
Nell’ultimo mese le prospettive per l’economia europea sono ulteriormente peggiorate. L’evoluzione congiunturale risente soprattutto della forte contrazione in Germania, prima economia della zona euro. Particolarmente colpito è il settore industriale: il clima tra le imprese industriali della zona euro rimane molto negativo, visto il calo nello sfruttamento delle capacità e nella ricezione degli ordini. Ma ad agosto è crollato l’umore anche nel settore dei servizi. Nonostante il solido sviluppo commerciale dichiarato fino a poco tempo fa, queste aziende considerano ormai in via di peggioramento la propria situazione commerciale. La congiuntura debole mette in una situazione difficile anche la Banca centrale europea (BCE): nel decidere se inasprire o meno la politica monetaria, deve valutare se vuole interrompere l’elevata dinamica di inflazione il prima possibile oppure se vuole impedire la contrazione dell’economia, o almeno evitare di favorirla. La sua ultima decisione è andata a favore della lotta all’inflazione, con un innalzamento del tasso d’interesse guida dal 3,75% al 4,0% (tasso di deposito).
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale
Fonte: Bloomberg -
La Cina, prima economia tra i Paesi emergenti, rimane anche la prima fonte di preoccupazione. I suoi problemi finanziari perdurano senza peggiorare, ma non si intravedono segni di una prossima ripresa. Ad agosto l’umore delle imprese industriali è leggermente migliorato, sebbene la produzione industriale sia diminuita per la terza volta consecutiva. Nel frattempo, le imprese del settore dei servizi sono diventate molto più pessimiste. Di positivo c’è che il rischio di una fase di deflazione imminente non è aumentato ulteriormente. Il tasso d’inflazione allo 0,1% rimane sgradevolmente basso, ma per il momento si è riusciti ad arrestare la sua tendenza al ribasso. Nettamente migliore è l’andamento in India, seconda economia emergente, che nel secondo trimestre del 2023 è cresciuta del 2%, ben al di sopra della sua tendenza a lungo termine. Tale sviluppo è sostenuto dalla forte crescita registrata nel settore dei servizi.
Crescita, congiuntura e tendenza
In percentuale
Fonte: Bloomberg
Dati congiunturali globali
Indicatori | Svizzera | USA | Zona euro | GB | Giappone | India | Brasile | Cina |
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Indicatori PIL A/A 2023T1 |
Svizzera 1,5% |
USA 1,8% |
Zona euro 1,1% |
GB 0,2% |
Giappone 2,0% |
India 6,1% |
Brasile 4,0% |
Cina 4,5% |
Indicatori PIL A/A 2023T2 |
Svizzera 0,5% |
USA 2,5% |
Zona euro 0,5% |
GB 0,4% |
Giappone 1,6% |
India 7,8% |
Brasile 3,3% |
Cina 6,3% |
Indicatori Clima congiunturale |
Svizzera − |
USA – |
Zona euro – |
GB – |
Giappone = |
India = |
Brasile – |
Cina – |
Indicatori Crescita tendenziale |
Svizzera 1,3% |
USA 1,6% |
Zona euro 0,8% |
GB 1,7% |
Giappone 1,1% |
India 5,2% |
Brasile 1,5% |
Cina 3,9% |
Indicatori Inflazione |
Svizzera 1,6% |
USA 3,7% |
Zona euro 5,3% |
GB 6,8% |
Giappone 3,3% |
India 6,8% |
Brasile 4,6% |
Cina 0,1% |
Indicatori Tassi d’interesse guida |
Svizzera 1,75% |
USA 5,50% |
Zona euro 4,5% |
GB 5,25% |
Giappone −0,1% |
India 6,5% |
Brasile 13,25% |
Cina 4,35% |
Fonte: Bloomberg