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Creato il 26.04.2022

Divorzio: ecco come lo scioglimento del matrimonio influisce sulla previdenza

Il divorzio rappresenta al contempo la fine di un capitolo della vita e un’occasione per ricominciare. Guardando avanti, è importante gettare nuove basi per il proprio futuro. Ciò include anche la previdenza per la vecchiaia. Per evitare lacune finanziarie dopo il pensionamento, occorre prepararsi adeguatamente sin da subito.

In Svizzera i divorzi sono piuttosto frequenti, tanto che, secondo le statistiche, il 40% dei matrimoni termina in questo modo. In queste difficili situazioni, spesso basta poco per lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Ecco perché può essere utile mantenere una visione d’insieme almeno per quel che concerne le questioni finanziarie. Un divorzio può avere conseguenze pesanti

Un divorzio impone una serie di decisioni

innescando un effetto domino con ripercussioni sul piano giuridico e finanziario. Le persone interessate si ritrovano a dover prendere decisioni congiuntamente, ad esempio riguardo all’autorità parentale dei figli, ai contributi di mantenimento e alla suddivisione del patrimonio matrimoniale. Se si raggiunge facilmente un accordo, il divorzio dura dai tre ai quattro mesi. In caso contrario può però richiedere diversi anni e generare spese processuali per diverse migliaia di franchi. Se le risorse a disposizione sono esigue, le coppie in procinto di divorziare possono presentare un’istanza di gratuito patrocinio.

Cosa succede in caso di divorzio?

Tutte le coppie sposate senza una convenzione matrimoniale convivono in un regime di partecipazione agli acquisti. Questi ultimi sono costituiti dal patrimonio acquisito dai coniugi durante il matrimonio, il quale appartiene a entrambi i consorti. In caso di divorzio, gli acquisti vengono divisi a metà secondo il principio del «50-50». Attenzione: per le unioni domestiche registrate si applica, salvo diversamente pattuito, il regime della separazione dei beni. Le parti non hanno pertanto alcun diritto sul patrimonio dell’altra persona.

Diritto in materia di divorzio: le disposizioni principali

  • I divorzi sono possibili indipendentemente dalla colpa. In altre parole, a prescindere da chi abbia richiesto lo scioglimento del vincolo matrimoniale, le conseguenze finanziarie vengono regolamentate in modo equilibrato.
  • La domanda di divorzio può essere presentata con una richiesta comune o tramite un’azione legale. Per la seconda opzione occorre prevedere una durata del divorzio di due anni (Il link si apre in una nuova finestra procedura di divorzio).
  • I fondi risparmiati durante il matrimonio nel quadro della previdenza statale (AVS) e professionale (cassa pensioni) vengono divisi in parti uguali indipendentemente dal motivo della separazione. Ciò vale anche se al momento dello scioglimento del matrimonio uno dei coniugi è già pensionato.
  • Affinché i tribunali competenti possano verificare che nessun avere previdenziale venga omesso nella suddivisione, gli istituti di previdenza e di libero passaggio sono tenuti a comunicare all’Ufficio centrale del secondo pilastro i nominativi di tutti i titolari di averi previdenziali.

Problemi legati al divorzio: le lacune previdenziali

Se durante il matrimonio non si è provveduto a pensare anche alla propria previdenza personale, in seguito al divorzio si possono incontrare lacune previdenziali. Vale a dire che le rendite della previdenza statale e professionale non saranno sufficienti per mantenere lo standard di vita abituale anche dopo il pensionamento. Tali lacune possono però essere evitate. In questo contesto, valgono i tre suggerimenti elencati di seguito.

Primo suggerimento: fare chiarezza

Verificate cosa vi spetta dopo il divorzio in termini di patrimonio previdenziale. Quest’ultimo è composto dagli averi dell’AVS (primo pilastro), della cassa pensioni (secondo pilastro) e del terzo pilastro facoltativo. Il reddito derivante dalle rendite dovrebbe corrispondere almeno al 60% dell’ultimo salario lordo percepito.

Secondo suggerimento: colmare le lacune contributive nella previdenza obbligatoria

Nell’AVS (primo pilastro) è possibile compensare a posteriori le lacune contributive degli ultimi cinque anni. Nella previdenza professionale (secondo pilastro) si può aumentare la rendita mediante contributi volontari nella cassa pensioni.

Terzo suggerimento: consolidare la previdenza individuale

Chi intende colmare le lacune previdenziali dopo il divorzio dovrebbe rafforzare la propria previdenza privata. Per farlo, è consigliabile effettuare versamenti sul conto previdenza 3a, investire in fondi di previdenza o stipulare un’assicurazione sulla vita.

Il rischio previdenziale è più elevato per le donne

Per le donne il rischio previdenziale è particolarmente elevato. I dati dell’Ufficio federale di statistica (UST) dimostrano che nel 2020 le donne hanno percepito, in media, una rendita di vecchiaia inferiore di circa un terzo rispetto agli uomini. In gergo tecnico questo scarto è noto come «gender pension gap». Ne consegue che una beneficiaria di rendita divorziata su quattro dipende da prestazioni complementari all’AVS.

Secondo l’UST, le differenze tra donne e uomini in ambito previdenziale sono riconducibili ai rispettivi percorsi professionali. Le donne interrompono la propria attività lucrativa più frequentemente e lavorano più spesso a tempo parziale, scelte dettate principalmente da motivi familiari. Poiché il lavoro in casa e in famiglia di cui solitamente si occupano le donne non è retribuito, le prestazioni derivanti dalla previdenza per la vecchiaia non ne sono influenzate.

Cosa fare?

Primo suggerimento: richiedere tempestivamente una consulenza

Una pianificazione finanziaria ottimale consente di evitare le lacune previdenziali e offre soluzioni per colmarle.

Secondo suggerimento: acquisto di prestazioni della cassa pensioni

Chi lavora a tempo parziale è svantaggiato a causa della deduzione di coordinamento. Spesso sono le donne a subirne le conseguenze. Una lacuna previdenziale può essere colmata mediante l’acquisto di prestazioni nel secondo pilastro. 

Divorzi: uno sguardo alle statistiche

In Svizzera il 2010 è stato un anno da record per i divorzi. Circa 22’100 coppie hanno infatti deciso di scogliere il vincolo che le legava. Attualmente, secondo le Il link si apre in una nuova finestra statistiche in materia della Confederazione, due matrimoni su cinque terminano con un divorzio. In questo contesto, se si considera anche la durata del matrimonio, si rileva un’ulteriore tendenza: la probabilità di uno scioglimento dell’unione aumenta proporzionalmente allo scorrere del tempo. In quest’ottica, l’età media delle persone che richiedono il divorzio è in aumento e dal 1984 ad oggi è passata da 41 a 49 anni per gli uomini e da 37 a 45 per le donne, segnando un incremento di otto anni.

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