In questi giorni il concetto di «aiuto immediato» viene completamente ridefinito. Il coronavirus pone scienziati e responsabili decisionali enormemente sotto pressione, in quanto il fattore tempo è molto più rilevante di quanto non fosse nelle crisi precedenti. Da un lato la situazione diventa giorno dopo giorno più drammatica, dall’altro le prospettive per un allentamento della tensione a breve termine non sono delle più rosee.
Il governo svizzero ha reagito adottando misure incisive e attuandole tempestivamente. Ma anche gli aiuti da parte della popolazione non si sono fatti attendere a lungo. Ancora prima dell’annuncio del lockdown, Alessandro Iacono aveva constatato che in diverse regioni della Svizzera erano stati creati gruppi Facebook e WhatsApp volti ad aiutare le persone appartenenti a gruppi a rischio a fare la spesa e a spostarsi. Una bella idea che ha però rischiato di generare dispersione e di mancare così l’obiettivo prefissato. «Pensavamo che andando avanti così si sarebbe creato un gran caos, in cui sarebbe stato impossibile reperire i gruppi rilevanti», spiega Iacono. Fu così che nacque l’idea di hilf-jetzt.ch: una piattaforma che riunisse nello stesso luogo tutti i gruppi, ossia tutti i volontari e tutte le persone bisognose di aiuto.
L’idea ha colto nel segno: dopo un giorno soltanto, su hilf-jetzt.ch si erano già registrati 120 gruppi e, ancora adesso, se ne aggiungono quotidianamente circa un centinaio.